LA CASA DEL PASSATO
La casa del passato
da Insegnareonline
Che delusione e quanta preoccupazione se anche i migliori intellettuali perdono la bussola!
Si resta profondamente disorientati leggendo gli attacchi smisurati contro la didattica delle discipline, seguiti a quelli che hanno contrapposto competenze e conoscenze.
Intendiamoci, è giusto e necessario rispondere alla grande ipocrisia che produce una pseudo pedagogia ad hoc per coprire l'ideologia sottesa a molte delle recenti novità introdotte nella scuola. Non può passare sotto silenzio infatti, un'idea di qualità della scuola misurata col metro della sua adeguatezza a quelle che si ritengono le emergenze del presente. L'enfatizzazione del "valore d'uso" del sapere interpretato come garanzia di ingresso trionfale nel mercato del lavoro; il conseguente uso del concetto di competenza, non come livello di conoscenza più elevato perché capace di trasformare le conoscenze acquisite in comportamenti e atteggiamenti sapienti, ma come scelta di quelle conoscenze che si ritiene siano di spendibilità immediata. Cioè quelle che dovrebbero garantire l'"occupabilità" per il domani stesso.
È necessario porre un argine all'abuso di tecnicismi e al proliferare degli impegni burocratici che snaturano il lavoro dei docenti, ma ci sorprende la superficialità con cui si guarda la mano invece del sasso che essa nasconde.
Così facendo si finisce per rientrare nel solco delle pressioni che hanno spinto il governo a fare marcia indietro tutta sulla scelta che sembrava già adottata di abolire il voto nel primo ciclo, ripristinando la visione "terapeutica" della bocciatura fin dalla scuola dell'obbligo e del "quattro" in prima elementare. Ma questa volta non è la solita voce proveniente dell'area più conservatrice: l'accanimento contro qualunque tentativo di cambiamento della scuola sta diventando pericolosamente bipartisan.
Questo avvilisce.