Sei in: Home > sala stampa > primo piano > UNA TASK FORCE PER LA SCUOLA SENZA LA SCUOLA

UNA TASK FORCE PER LA SCUOLA SENZA LA SCUOLA

Facciamo qualche passo indietro:

1978. A seguito della legge 348/77 venne costituita presso il ministero una commissione di esperti di 60 unità poi cresciuta a 96 che rivide tutti i programmi della scuola media. La commissione comprendeva esperti delle materie (tra cui Lucio Lombardo Radice) e moltissimi insegnanti anche in rappresentanza delle associazioni. tra cui la presidente del Cidi Luciana Pecchioli.

1982-1983. Viene istituita una nuova commissione ministeriale per i nuovi programmi delle elementari. La commissione era composta da esperti e da molti insegnanti, lavorò in vista di una riforma della scuola elementare elaborando nuovi programmi introdotti nell’85.

1986. Una nuova commissione con le stesse caratteristiche portò alla elaborazione dei nuovi Orientamenti per la materna che andarono in vigore nel ’91.

1988. Viene istituita la Commissione Brocca che, sulla spinta del desiderio di innalzare l’obbligo scolastico al primo biennio della superiore, lavorò in più riprese su piani di studio e programmi del nuovo biennio unitario. I membri erano 40 tra docenti e pedagogisti, senza considerare il centinaio di insegnanti coinvolti per le diverse aree disciplinari.

2000. Si istituisce la Commissione De Mauro per la stesura dei programmi previsti dalla legge n. 30/2000 sul riordino dei cicli, con oltre 300 insegnanti coinvolti.

Arriviamo a oggi, 2020. Nasce la Commissione Azzolina con l'intento di essere unaTask Force per affrontare il rientro a scuola rispettando gli obblighi di sicurezza e distanziamento imposta dalla pandemia che ha colpito tutto il mondo. Sono 18 membri tra cui vi sono giustamente esperti dei settori legati alla salute, all'edilizia, all'organizzazione di sistemi complessi.

Ma ci si sarebbe aspettati una folta schiera di coloro che, in quei sistemi complessi, con quelle norme di sicurezza per la salute di tutti e in quegli spazi necessariamente da ripensare, saranno chiamati a settembre a dare senso alla parola scuola. Di insegnanti sui 18 membri ce n’è uno. Non era mai successo, almeno negli ultimi cinquant'anni.

Ma anche questa volta si tratta di progettare un diverso modo di fare scuola, elaborando l'esperienza spesso drammatica vissuta da studenti e insegnanti.

Evidentemente a far coppia con una politica che si dimentica di pensare ai bambini in questa tremenda fase di emergenza, adesso c’è anche un ministero che si dimentica degli insegnanti per provare a uscirne che evidentemente ritiene che, tornati a scuola e fatto in due o tre settimane il “recupero del programma” non svolto, tutto possa tornare come prima.

Senza dover mettere a fuoco collegialmente i contenuti imprescindibili di ciascuna disciplina e riflettere su nuovi modi di insegnare e apprendere, alla luce di una esperienza che ha mostrato in forma eclatante quanto è decisiva l'intenzionalità e la motivazione ad apprendere da parte degli alunni: abbiamo davvero raggiunto solo quelli che hanno voluto essere raggiunti.

Per gli allievi che sono rimasti invisibili (perché molti di loro lo erano già anche se in classe) non è stato solo un problema di mezzi, ma anche e soprattutto di riconoscersi reciprocamente importanti. Tutte queste considerazioni la commissione sulla scuola senza la scuola le svolgerà? E con chi?

Va bene, noi faremo il nostro dovere, e ben oltre il nostro dovere, come abbiamo fatto fino ad oggi inventandoci tutti i modi possibili per far sentire la scuola vicina ai nostri alunni; non teniamo a partecipare a commissioni ministeriali di alcun tipo e auguriamo (e ci auguriamo anche) un buon lavoro alla Task Force, ma teniamo a ricordare alla Ministra e al suo staff che se la scuola tornerà ad essere scuola vera, inclusiva, formativa, di qualità per tutte e tutti, questo dipenderà dal lavoro e dall'impegno dei suoi insegnanti.

 

Roma, 2 maggio 2020

scarica il documento