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PERCHÉ LA SCUOLA NON PUÒ STARE A GUARDARE

 

Emma Colonna

Non si può fare finta di niente.
Perché abbiamo il dovere di trasmettere conoscenze e saperi. Di insegnare a pensare. A porsi delle domande, a cercare le risposte. Il sapere scientifico e la ricerca, contro l’oscurantismo, l’approssimazione e l’ignoranza. Il linguaggio della matematica e della logica. La conoscenza della storia, con tutto quello che significa. La bellezza e l’importanza dell’arte. La letteratura, che ti aiuta a capire il mondo, le passioni e i sentimenti. Il pensiero critico, si diceva un tempo. E dove se no? A scuola.

La scuola è e deve essere un luogo di libertà, il posto in cui ci si sente liberi di essere se stessi e dove si impara ad ascoltare e a ragionare, a interloquire tra pari, a interpretare la realtà. A scuola si impara a rispettare gli altri, e che siamo tutti uguali.
E invece sembra che il mondo vada alla rovescia: ignoranza, prepotenza, arroganza, sopraffazione e violenza. Indifferenza alle ragioni degli altri. Anche abuso di potere, spesso. Negazione dei diritti dell’uomo, in nome di una discutibile difesa del territorio e ricerca di sicurezza, utilizzando argomenti che spesso falsificano la realtà per far crescere la paura. Vere e proprie guerre di religione. Tifoserie ideologiche. Dagli all’untore.
Ecco, è per questo che non si può più tacere, perché è in atto un gigantesco e cinico gioco al massacro, che tende a fomentare le paure determinate dall’ignoranza, per accrescere il consenso verso chi si propone come garante e giustiziere. Paura dello straniero, paura delle malattie, paura delle invasioni, e così via. È un modo di fare che si basa sull’ignoranza e che, invece di combatterla, la fa crescere in modo quasi esponenziale, generando una cultura dell’odio e sdoganando atteggiamenti violenti e xenofobi.
Tutto questo avviene con un uso spregiudicato del linguaggio. Le parole sono poche ma scelte con molta cura, lanciate come sassi, a ferire la sensibilità di chi le riceve. Usate con violenza, per colpire alcuni, spaventare altri, assecondare sentimenti di paura e frustrazione.
Le parole sono usate come armi, e l’ignoranza è il terreno di coltura di questa spirale di violenza che aumenta di giorno in giorno. È questo che ci allarma, è questo che deve allarmare la scuola tutta.
Per questo la scuola è di fatto una trincea, dove ci si conquista ogni giorno un palmo di civiltà. Si fa un passo avanti tutte le volte che un bambino si pone una domanda, tutte le volte che un ragazzo o una ragazza si appassionano allo studio, tutte le volte che una intera classe, tutta insieme, raggiunge un obiettivo importante.
Certo, abbiamo di fronte sfide grandi e veri e propri giganti, come, appunto, il moderno uso della comunicazione e dei sociali network. Ma solo a scuola si impara a giocare con l’intelligenza, e a scuola tante volte abbiamo scoperto che spesso i giganti sono ciechi e possono essere sconfitti da piccoli tenaci eroi.

26 agosto 2018

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