Le Nuove indicazioni 2025: perché tanta fretta?

Le Nuove indicazioni 2025: perché tanta fretta?
In relazione alla convocazione del prossimo 21 marzo da parte della commissione di studio sulle Indicazioni (ricevuta in data 14 marzo) in cui si fa riferimento a una ulteriore “fase di ascolto e dialogo dopo quella iniziale del giugno 2024”, le associazioni firmatarie specificano di essere state finora audite una sola volta e per pochi minuti in quell’unica occasione.
Rispetto a questa nuova fase di ascolto le associazioni esprimono stupore per un’audizione molto frettolosa in cui viene richiesto di fornire “un breve contributo scritto di 8000 caratteri con rilievi puntuali” su un testo di 154 pagine, in sostituzione delle Indicazioni vigenti del 2012 che videro una gestazione partecipata e una consultazione molto più corale da parte del mondo della scuola.
In generale, a una prima lettura, le associazioni firmatarie evidenziano gravi criticità riferibili all’abbandono del paradigma culturale della complessità e di un modello democratico, laico, critico di scuola in favore di un paradigma chiuso e dogmatico, che genera una visione etnocentrica, in un’ottica difensiva rispetto a un mondo globale e interconnesso. Da questa visione derivano un’idea di appartenenza alla comunità scolastica e civile che enfatizza l’occidentalismo e il concetto di identità nazionale con la riproposizione di un modello di storia identitario, trascurando lo sviluppo di uno spirito critico e la funzione delle fonti.
Inoltre risulta fortemente critica l’eccessiva regolamentazione metodologica e didattica, con un’ingerenza nello spazio di libertà dell’insegnamento tutelato dall’articolo 33 della Costituzione, e una strutturazione rigida e pignola dei contenuti di apprendimento delle discipline, che segna un ritorno alla scuola del programma, limitando di fatto le prerogative dell’autonomia scolastica.
Nella scuola la progettazione didattica promuove l’organizzazione degli apprendimenti in maniera progressivamente orientata ai saperi disciplinari, la ricerca delle connessioni fra i saperi disciplinari e la cooperazione fra i docenti. Le discipline sono considerate come fondamentali strumenti culturali, alfabeti che gli studenti devono imparare a utilizzare per scoprire e problematizzare la realtà dando senso alla molteplicità dell’esperienza.
La scuola deve essere un luogo di apertura, di ricerca e di pensiero critico.
È necessario un impegno attivo e collettivo per sostenere la visione dell’istruzione democratica, libera ed inclusiva.
Per affrontare tutto questo e molto altro, chiediamo che vengano aperti con il mondo della scuola spazi e tempi distesi di ascolto autentico a partire da questi “materiali per il dibattito pubblico” e un rinvio delle audizioni già previste.
ANDIS - Associazione nazionale dirigenti scolastici
CIDI - Centro iniziativa democratica insegnanti
LEGAMBIENTE - Scuola e formazione
MCE - Movimento di Cooperazione Educativa
PROTEO – Proteo Fare Sapere
18 marzo 2025