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L’inclusione scolastica riguarda tutti

L’inclusione scolastica riguarda tutti

 

La scuola è un sistema complesso dove i soggetti e gli oggetti dell'apprendimento - adulti che insegnano, allievi che apprendono, il sapere da acquisire - sono legati tra loro con fili doppi: illuminare l'alunno lasciando la scuola al buio significa recidere quei legami e spezzare la molecola che contiene l'unità di senso dell'apprendimento.

Purtroppo il dibattito che si è aperto sul sostegno ha peccato gravemente di superficialità riducendo il problema dell'inclusione degli studenti con disabilità a quello di un'assistenza adeguata al soggetto, perdendo di vista le caratteristiche che il contesto scolastico deve possedere perché chiunque - a partire dalle proprie abilità e disabilità -  possa costruirvi la propria identità.

Nel quadro di fretta e pragmatismo che sta caratterizzando la discussione, animata ultimamente dalla pubblicazione delle deleghe alla Legge 107, il perché e il come rischiano di rimanere sullo sfondo. Del resto anche a livello accademico e tra gli addetti ai lavori si è discusso ancora troppo poco sulla qualità del nostro sistema inclusivo e non si sono messe a nudo fino in fondo le criticità.

A scuola, come sappiamo, la coscienza dei problemi è spesso diversa, forse meno elaborata che altrove, ma più viva. Ogni giorno facciamo esperienza di una variegata fenomenologia di fattori che ostacolano la realizzazione dei processi inclusivi: ignoranza circa i fondamenti di psicologia dell'educazione e dell'apprendimento e di pedagogia speciale a tutti i livelli; eccesso di delega dell’intervento sugli alunni disabili ai colleghi specializzati; marginalizzazione dei docenti specializzati all'interno della comunità scolastica; atteggiamenti paternalistici verso i più deboli; realtà di microesclusione.

Basta un colpo d'occhio per capire che si tratta di problemi a cui solo in parte si può rispondere andando per le vie brevi, senza fare analisi dei vari contesti, senza chiedersi cosa comporti  aprire la scuola a tutti davvero.

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Roma, febbraio 2017