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FORMAZIONE NEL PNRR. Il commento del CIDI

Il decreto afferisce ad alcuni nodi importanti della professionalità insegnante che da anni attendono risposte:
-La formazione iniziale
-La formazione continua (coerente e in continuità con quella iniziale)
-Lo sviluppo delle competenze professionali e la loro valorizzazione in ambito collegiale

Riteniamo che tali aspetti della professionalità siano fortemente connessi con il miglioramento della qualità dell’apprendimento e vadano strettamente correlati con le finalità della scuola che per noi rimangono ancorate a quanto affermato nell’art. 3 della Costituzione (primo e secondo comma), orientate quindi non verso la competizione bensì verso l’emancipazione culturale di tutti e di ciascuno e la cooperazione.

Valutiamo le soluzioni proposte dal decreto come inadeguate alla dimensione del problema della formazione iniziale e improprie nella modalità con cui collegano i percorsi di formazione con l’attribuzione dell’incentivo salariale.

La formazione iniziale non può essere risolta con i 60 crediti per l'abilitazione acquisibili anche durante i corsi di laurea disciplinari che nella migliore delle ipotesi si risolveranno in una sommatoria abbastanza casuale di input formativi e nella peggiore a una compravendita di crediti nel mercato della formazione fai da te.

La formazione continua deve essere pensata e prospettata come interna e costitutiva del profilo professionale e quindi essere pratica riconosciuta e valorizzata da tutti gli insegnanti in servizio. I risultati della formazione (individuale ma in percorsi e progetti collegiali) devono essere valutati in riferimento ai processi di miglioramento dell’insegnamento/apprendimento scolastico. La scuola deve essere riconosciuta come sede di ricerca, d'altra parte le finalità di ricerca, e di sperimentazione e sviluppo sono contenute da più di vent'anni nella legge sull'autonomia, e proprio come attività di ricercazione deve essere pensata la formazione continua degli insegnanti in significativa collaborazione con l’Università.

Vanno quindi attivati più centri territoriali in cui concorrano professionalità diverse e siano ubicate presso reti di scuole di ogni ordine e grado. Luoghi polivalenti che in quanto allocati in contesti fra loro diversi possono proprio per questo favorire il loro specifico funzionamento, e consentire anche, sintesi generalizzabili e riproducibili.

Sono certamente necessarie strutture funzionali che partano dalla dimensione della singola unità scolastica fino a quella nazionale, intersecando eventualmente centri territoriali di coordinamento. Ma questo livello nazionale deve essere il punto di arrivo delle esperienze di formazione territoriali, di loro validazione e diffusione, non il punto di partenza di una formazione gerarchizzata e centralizzata.

La Scuola di Alta Formazione con i compiti ad essa attribuiti appare una proposta inconsistente. Ritenere che sia questo ciò di cui ha bisogno la scuola e soprattutto che sia questo il modo di affrontarlo rivela una non conoscenza dei reali problemi. La scuola ha bisogno di insegnanti che si formano per migliorare l'insegnamento e non meramente per il conseguimento scatti stipendiali.

La valorizzazione dello sviluppo della professionalità deve trovare le necessarie forme di riconoscimento attraverso l’articolazione di funzioni come l’assunzione di responsabilità collegiali assegnate a docenti che abbiano le competenze per tali ruoli (es. coordinamento dipartimenti, organi di programmazione) e il farsi carico di attività “aggiuntive” come le funzioni strumentali maggiormente collegate e funzionali al progetto di scuola.

Uno sviluppo della professione inteso, dunque, non in opposizione agli altri colleghi, ma disposto nel rispetto del lavoro collegiale e cooperativo, dove la competenza di un docente è a disposizione di tutta la scuola, con ricadute immediate sulla qualità della didattica. In questa prospettiva non vi è uscita dal profilo professionale dell’insegnare ma vi è realmente il riconoscimento di ogni responsabilità e ogni competenza acquisita e messa in atto per migliorare il processo di insegnamento/apprendimento.

Roma 11 maggio 2022

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