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UNA SCUOLA IMPRESENTABILE

Siamo veramente allarmati. E non solo per quello che abbiamo letto negli stralci di documenti istituzionali di alcuni licei pubblicati sui giornali in questi giorni. Siamo allarmati per quello che c’è dietro quelle parole, e cioè il bisogno di compiacere e rassicurare quelli che si ritengono i propri interlocutori, il proprio “bacino di utenza”, e cioè i genitori, e in particolare i genitori appartenenti ai ceti medio alti delle città.

Lo avevamo detto in tanti dal mondo della scuola, quando c’è stata una opposizione fortissima e molto ampia alla legge 107, che l’ideologia neoliberista che la ispira ci avrebbe portato fin qui. Che mettere in discussione l’art. 3 della Costituzione, per non dire tutto il resto, avrebbe minato alle basi la natura della scuola pubblica.

I dirigenti in questione in verità hanno dichiarato, a loro giustificazione, che quei documenti non sono rivolti agli utenti della scuola ma rispondono soltanto a precise richieste del MIUR, formulate attraverso un format di domande predefinite. A loro e ai docenti di quelle scuole diciamo: non nascondetevi dietro a circolari, moduli e format da riempire.

Di che cosa avete paura? Perché dovete rassicurare i genitori dei vostri studenti? Riappropriatevi del mandato istituzionale della Scuola pubblica, e siatene orgogliosi. Una scuola che dimentica il proprio ruolo pedagogico e che non vuole “insegnare a chi non vuole imparare” è, quella sì, una scuola impresentabile.

Roma, 10 febbraio 2018

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