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LE NOSTRE PERPLESSITA' SU CLIL

Il MIUR, nonostante l'abbandono dalla logica del programma già dal DPR 275 del 1999 e l'emanazione delle Indicazioni nazionali per il curricolo per competenze, in questi ultimi venti anni non ha fatto quasi nulla per accompagnare e sostenere quel difficile cambiamento che si rendeva necessario.

A fronte di indagini dello stesso Ministero che evidenziano come la maggior parte degli insegnanti, anche nella primaria, insegni tuttora in modo libresco e nozionistico, il MIUR, a partire dal ministro Gelmini in poi, continua a destinare immense  risorse per la formazione sul CLIL e sul digitale, come se questa fosse la soluzione al vecchio modo di fare scuola.

Anche la legge 107, che ha investito una quantità indubbiamente significativa di risorse per la formazione degli insegnanti ha, fra gli altri gravi limiti, quello di aver confermato questa tendenza ignorando l'esigenza più urgente di formazione: il ripensamento dell’insegnamento delle discipline scolastiche.

Il contributo di Aldo Borsese, che condividiamo, mette bene in evidenza come l’insegnamento scientifico possa contribuire potentemente alla sviluppo del pensiero razionale e delle competenze di cittadinanza, a condizione che sia condotto in modo adeguato.

Il coinvolgimento della maggioranza degli insegnanti in questo cambiamento è un processo lungo che riteniamo continui a non essere sostenuto adeguatamente dal Miur. 

Sull'utilizzo dell'inglese nell'insegnamento scientifico
di Aldo Borsese

 
da Orientamenti Pedagogici Vol. 64, n. 2, aprile-maggio-giugno 2017 (pp. 379-386), Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A