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APPELLO PER LO IUS SOLI. IL 2 OTTOBRE INCONTRO PUBBLICO

INSEGNANTI PER LA CITTADINANZA
Appello di docenti ed educatori 
per lo ius soli e lo ius culturae

 

Roma 19 ottobre 2017
riceviamo da Luigi Manconi

Cara amica, caro amico,
oggi potremmo scrivere a lettere cubitali: abbiamo vinto. Ovviamente non lo faremo, per una ragione di serietà e per una valutazione politica.  Sì, è vero, il provvedimento sullo Ius soli dichiarato definitivamente archiviato per opinione unanime, è tornato prepotentemente al centro della discussione pubblica. Leggiamo i giornali di un paio di settimane fa. Matteo Renzi: "se non ci sono i numeri non è che si possono stampare"; Angelino Alfano "lo Ius soli è una questione chiusa". Ne eravamo tutti convinti: cittadini, parlamentari commentatori politici, perfino noi stessi. Non esisteva una sola probabilità, la più esile, di approvare quella legge entro la legislatura. Poi qualcosa è cambiato. Ed è successo in pochissime ore. Prima, una lettera-appello firmata da Gianfranco Bettin, Ginevra Bompiani, Furio Colombo, Goffredo Fofi e Carlo Ginzburg. Quindi, il 3 ottobre scorso (giornata nazionale in ricordo delle vittime dell'immigrazione) oltre 900 insegnanti hanno digiunato per un giorno, spiegando ai loro alunni, all'interno delle classi, che lo facevano per sostenere l'approvazione della legge sullo Ius soli. Un piccolo episodio motivato con la più ragionevole delle ragioni ("questa legge riguarda soprattutto noi, insegnanti e alunni di una scuola dove tutti devono essere uguali"), rimasto sconosciuto ai più. E tuttavia da lì è partito uno sciopero della fame a staffetta, promosso da un pugno di parlamentari che in pochi giorni è stato capace di cambiare l'agenda politica e riportare lo Ius soli al centro del dibattito e del calendario parlamentare. Così, sabato 14, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha affermato: "l'impegno del governo e mio personale è di poter aggiungere il diritto alla cittadinanza per quei bambini che frequentano la nostra scuola, vivono nei nostri quartieri e giocano nelle nostre squadre di calcio, ma che sono nati da genitori stranieri. Stiamo lavorando per approvare la legge entro questa legislatura". Ecco, questa è stata la nostra piccola vittoria. Ma, come si diceva per serietà e per valutazione politica, deve essere chiaro che siamo ancora lontanissimi dal successo.
A partire dal 5 ottobre, lo sciopero è andato avanti per 15 giorni e hanno aderito oltre 1400 persone e ai primi tre parlamentari se ne sono aggiunti nel tempo oltre cento. E cittadini di tutti gli orientamenti culturali e di tutte le condizioni sociali.
Dunque questo è il momento in cui risparmiare le forze per investirle più proficuamente in quel periodo in cui si giocherà davvero il destino della legge. Dal giorno 30 ottobre sospenderemo lo sciopero della fame a staffetta per rilanciare l'iniziativa con ancora maggiore forza nel corso del periodo che risulterà decisivo per l'approvazione della legge, appunto quello degli ultimi dieci giorni di novembre.
Chiediamo a tutti voi di farci arrivare suggerimenti e proposte su come estendere e rafforzare questa mobilitazione e di farvi promotori delle iniziative possibili nei vari ambienti sociali in cui lavorate e vivete, e di coinvolgere quante più persone possibile: nelle scuole e nelle università, nei consigli comunali e in quelli regionali, nelle organizzazioni sindacali e politiche, nelle più diverse reti associative.
Buon lavoro e un caro saluto

Luigi Manconi

 

 

Per aderire clicca qui

Noi insegnanti guardiamo negli occhi tutti i giorni gli oltre 800.000 bambini e ragazzi figli di immigrati che, pur frequentando le scuole con i compagni italiani, non sono cittadini come loro. Se nati qui, dovranno attendere fino a 18 anni senza nemmeno avere la certezza di diventarci, se arrivati qui da piccoli (e sono poco meno della metà) non avranno attualmente la possibilità di godere di uguali diritti nel nostro paese. 

Ci troviamo così nella condizione paradossale di doverli educare alla “cittadinanza e costituzione”, seguendo le Indicazioni nazionali per il curricolo - che sono legge dello stato - sapendo bene che molti di loro non avranno né cittadinanza né diritto di voto.
Questo stato di cose è intollerabile. Come si può pretendere di educare alle regole della democrazia e della convivenza studenti che sono e saranno discriminati per provenienza? Per coerenza, dovremmo esentarli dalle attività che riguardano l’educazione alla cittadinanza, che è argomento trasversale, obbligatorio, e riguarda in modo diretto o indiretto tutte le discipline e le competenze che siamo chiamati a costruire con loro.

Per queste ragioni proponiamo che noi insegnanti ed educatori martedì 3 ottobre ci si appunti sul vestito un nastrino tricolore, per indicare la nostra volontà a considerare fin d’ora tutti i bambini e ragazzi che frequentano le nostre scuole cittadini italiani a tutti gli effetti. 
Chi vorrà potrà testimoniare questo impegno anche astenendosi dal cibo in quella giornata in uno sciopero della fame simbolico e corale.

Il 3 ottobre è la data che il Parlamento italiano ha scelto di dedicare alla memoria delle vittime dell’emigrazione e noi ci adoperiamo perché in tutte le classi e le scuole dove è possibile ci si impegni a ragionare insieme alle ragazze e ragazzi del paradosso in cui ci troviamo, perché una legge ci invita “a porre le basi per l’esercizio della cittadinanza attiva”, mentre altre leggi impediscono l’accesso ad una piena cittadinanza a tanti studenti figli di immigrati che popolano le nostre scuole.

Ci impegniamo inoltre a raccogliere il numero più alto possibile di adesioni e di organizzare, dal 3 ottobre al 3 novembre, un mese di mobilitazione per affrontare il tema nelle scuole con le più diverse iniziative, persuasi della necessità di essere testimoni attivi di una contraddizione che mina alla radice il nostro impegno professionale.

Crediamo infatti che lo ius soli e lo ius culturae, al di là di ogni credo o appartenenza politica, sia condizione necessaria per dare coerenza a una educazione che, seguendo i dettati della nostra Costituzione, riconosca parità di doveri e diritti a tutti gli esseri umani.

Al termine del mese consegneremo questa petizione ai presidenti dal Parlamento Laura Boldrini e Pietro Grasso tramite il senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, perché al più presto sia approvata la legge attualmente in discussione al Parlamento. 
Le e gli insegnanti ed educatori che operano in diverse realtà, associazioni, gruppi o scuole possono aderire all’appello collegandosi ad Appello degli insegnanti per lo ius soli e lo ius culturae, cliccando qui: 
https://goo.gl/forms/1AC6g081ttGQC9Ag2

Abbiamo anche creato il gruppo Facebook “INSEGNANTI PER LA CITTADINANZA”, esclusivamente per raccogliere proposte, esperienze e suggerimenti da condividere, per preparare le iniziative che si realizzeranno il 3 ottobre e nel mese successivo. Chiamiamo tutti a collaborare e cooperare per costruire una campagna di largo respiro che parta dalle scuole. Per entrare nel gruppo facebook clicca qui

Dichiaro di essere informato, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 13 del D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, che i dati personali raccolti saranno trattati, anche con strumenti informatici, esclusivamente nell'ambito del procedimento per il quale la presente dichiarazione viene resa.

primi firmatari

Franco Lorenzoni maestro elementare
Eraldo Affinati insegnante e scrittore, fondatore della scuola Penny Wirton 
Giancarlo Cavinato segretario del MCE, Movimento di Cooperazione Educativa
Giuseppe Bagni presidente del CIDI, Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti
Clotilde Pontecorvo presidente della FITCEMEA 
Gianfranco Staccioli segretario della FITCEMEA
Roberta Passoni coordinatrice della Casa-laboratorio di Cenci
Paola Piva coordinatrice scuole migranti
Alessandra Smerilli scuola per stranieri ASINITAS 
Sara Honegger scuola per stranieri ASNADA
Fiorella Pirola rete scuolesenzapermesso